martedì 10 maggio 2011

PSICOARCHITETTURA

La mia intenzione è quella di spiegare, senza dipanarsi in ricerche o citazioni, cosa sia la psicoarchitettura.
L'argomento della psicoarchitettura è saldo per alcuni versi e più flessibile per altri.
Cominciamo con il dire che i punti cardine della psicoarchitettura sono fondamentalmente 3:
la praticità d'uso degli elementi, l'esposizione alla luce degli ambienti e la risposta psicologica degli individui in un determinato ambiente.
Per quel che riguarda la praticità degli elementi, faccio riferimento sia agli spazi, sufficientemente ampi da rendere confortevole la permanenza all'interno di essi, sia la funzionalità degli elementi che lo compongono. Immaginate di vivere in una casa bellissima dove la rubinetteria non funziona, rendendovi impossibile la pulizia quotidiana, oppure immaginate di avere difficoltà ad aprire le porte, che non si accenda la luce, o per essere più concreti, immaginate un bagno progettato con degli scalini appena fuori dalla vasca da bagno!
Più dinamico come dilemma di progettazione è l'esposizione alla luce che comprende, non solo la capacità dell'appartamento di intercettare la luce solare,  ma anche di adattare i colori all'interno degli ambenti stessi a seconda dei gusti di chi vi dimora, mediandole con le capacità oggettive dell'appartamento e i limiti percettivi degli individui che vi dimoreranno.

Il secondo e il terzo punto sono quelli che tratteremo qui, essendoci già una letteratura sull'ergonomia sufficientemente esaustiva.
Generalmente quasi tutti desideriamo una casa al mare oppure in montagna, immaginandoci delle grandi finestre con grandi vedute. Questo accade perché desideriamo che "la casa dei nostri sogni" sia immersa nella luce e che non si frapponga nessun ostacolo tra essa e noi, e se possibile, con qualcosa da vedere di bello.
Nella realtà dobbiamo accontentarci di una mediazione con la privacy, dato che abbiamo le nostre abitazioni tendenzialmente nelle città dove si concentra il maggior numero di posti di lavoro e conseguentemente di abitazioni.
La privacy è una parte di un altro elemento fondamentale riguardante la psicologia, lo spazio personale, che può essere discusso in tutti i casi, ma che diventa fondamentale nel caso si intenda progettare in spazi piccoli dove più soggetti devono convivere: uffici; pub; aziende; navi; etc; etc.
Tornando alla luce, in ambito di progettazione di uno spazio di vita quotidiano in psicoarchitettura, dobbiamo tener conto di alcune variabili che sono: la capacità di catturare la luce degli ambienti; il colore delle pareti desiderate dal committente/fruitore; l'eventuale luce artificiale; gli ostacoli alla luce stessa e la funzione e l'utilizzo di quello spazio in un determinato tempo.

Un breve esempio per comprendere di cosa stiamo parlando: una casa esposta ad nord - est in città.
Questa sarà poco esposta al sole, aggiungiamo a questo piccole finestre da cui penetra la luce del giorno e le luci della città, e chi dovrà abitare quegli spazi desidera  un salotto con arredamento classico.
il risultato sarà di un ambiente che viene utilizzato, tendenzialmente di sera, con pochissima luce diurna e troppa artificiale notturna, degli arredi molto pesanti che renderanno ancora più scuro l'ambiente di giorno.

Il gusto e i desideri di chi deve usare quell'ambiente è la variabile dimensionale che richiede più fantasia tra tutte perché richiede un lavoro dall'alto verso il basso. Sappiamo cosa desidera il soggetto interessato a vivere gli ambienti, e dobbiamo unire il tutto con le conoscenze architettura e psicologia e ogni parte di queste aree di competenza, tralasciando per il momento le norme di sicurezza.
Sarebbe impossibile accontentare la richiesta di qualcuno che vorrebbe allestire un ufficio di mediazione creditizia con degli arredi tipici di un bar. Per quanto questi possano far sentire i clienti rilassati, l'immagine dell'attività sarebbe quella di un luogo dove la serietà è messa in secondo piano. Per tanto, non solo dobbiamo cercare di accontentare quelle che sono le istanze di chiunque debba abitare un determinato ambiente, ma anche mediarle con quelle che è la sua funzione finale attraverso la psicologia.
Alla luce di quanto detto, sarebbe opportuno creare una figura ibrida che abbia sufficienti conoscenze in tutte e due le aree, anche se al momento questo non è nei programmi delle istituzioni.
Attualmente esistono solo architetti che si preoccupano di studiare le dinamiche psicologiche intrapsichiche e l'interazione con gli ambienti. Questo risulta essere comunque insufficiente, perché lo studio della psicologia deve essere non solo rivolto a come l'ambiente possa condizionare la psicologia del soggetto fruitore di quell'ambiente, ma anche di come il soggetto fruitore risponde e modifica l'ambiente stesso in funzione della sua personale percezione. Non dimeno, un'analisi delle caratteristiche personali, nel caso di una abitazione privata, sarebbe sicuramente compito utilissimo dello psicologo, il quale adotterebbe le accortezze per rendere la futura abitazione "terapeutica".
Immaginate un soggetto con umore basso che si rivolga all'architetto per il design della sua nuova casa. 
La conoscenza dello psicologo permetterebbe di consigliare all'architetto che i colori vivaci e molta luce, sarebbero condizioni necessarie per un soggetto come questo, non di meno che probabilmente un giardino con dei fiori che richiedono una cura quotidiana spingerebbero il soggetto a trarre soddisfazione dal suo operato e ad essere felice del lavoro svolto, etc, etc.
Per questo motivo io penso che, attualmente, la realizzazione di spazi abitativi o ambienti, debba essere realizzato esclusivamente da due professionalità diverse, lo psicologo e l'architetto, che hanno studiato a fondo ognuna delle due aree di competenza e possono così effettuare un lavoro sinergico all'insegna del funzionale, del bello e della soddisfazione di chiunque debba vivere quegli spazi.
Sul web ho cercato la risposta a questo tipo di soluzioni e mi sono imbattuto in una collaborazione tra un interior designer ed una psicologa che collaborano a favore dell'unione di queste due aree che sono indispensabili per la costruzione di ambienti non solo funzionali ma anche belli da vivere.
Inserisco anche un video affinché possa essere più chiaro quello fin qui detto. 
Spero che questo articolo possa essere d'aiuto a chiunque intenda capire cosa sia la psicoarchitettura.
Mi impegno a pubblicare, in seguito, altri post riguardanti l'argomento con citazioni, note, riferimenti bibliografici. 
A presto! 
Vincent